Antonio Congedo

L’ESTRO CREATIVO DI

ANTONIO CONGEDO

L’arte fra tradizione e modernità

di Giuseppe Magnolo

 

Stemma civico città di Galatina

L’arte per la città.  La sala d’ingresso degli uffici comunali di Galatina di recente ha potuto dotarsi di una nuova produzione artistica del suo stemma civico, realizzata dal maestro Antonio Congedo in duplice versione, una ad intarsio ligneo e l’altra intagliata nel legno. L’acquisizione di tali opere da parte del comune nella persona del sindaco dott. Fabio Vergine è avvenuta il 12 gennaio 2024 con cerimonia ufficiale. Ci sembra opportuno trarre spunto da questa circostanza per approfondire la personalità dell’artista e le caratteristiche principali della sua notevole produzione. Già nell’estate precedente Antonio Congedo aveva partecipato con alcune opere ad una esposizione collettiva organizzata a Palazzo Orsini e accuratamente documentata nel Filo di Aracne  (dicembre 2023) con un ampio articolo informativo redatto dal prof. Antonio Stanca, curatore principale della mostra. Dopo quel primo contatto è seguito un sopralluogo di chi scrive nello studio-atelier dell’artista sito in Via Vignola 42 nel centro storico di Galatina, un’occasione unica non solo per ammirare le  pregevoli opere esposte, ma anche per attingere più ampie informazioni e constatare le condizioni organizzative in cui il maestro realizza le sue elaborazioni con instancabile dedizione.

Trascendenza

Formazione professionale e fondamenti concettuali sull’arte.   Antonio Congedo si è formato nel locale Istituto d’Arte “Gioacchino Toma”, dove ha frequentato i corsi sotto la guida del prof. Giovanni Pulcini, suo indimenticato maestro e mentore. Insieme all’istruzione di tipo accademico ha anche portato avanti una costante ricerca ed applicazione personale, al fine di individuare e sviluppare le tecniche artistiche a lui più congeniali. Nel tempo si è poi diplomato e abilitato, sino ad insegnare “Arte dell’Arredamento” per oltre tre decenni (1974-2009) nella sua stessa scuola.

Volendo definire i fondamenti teorici su cui si sviluppa l’opera artistica dell’autore, è possibile indicare tre parametri essenziali che agiscono in modo disgiunto ma complementare, sì da pervadere in modo più o meno marcato ciascuna fase operativa. Questi elementi sono:

Siderea lux

1. La tendenza al fare pratico;

2. Lo sviluppo tematico del vissuto collettivo e individuale; 3. La rappresentazione del sublime fantastico. Il primo indicatore è riconducibile all’indole solerte dell’artista, che, pur riconoscendo l’importanza di avere dei riferimenti teorici, aspira sempre ad operare in concreto, usando materiali che si prestano ad essere modificati, lavorati, modellati sino ad acquistare nuova vita e visibilità. Segue il richiamo del vissuto, che assume dapprima una dimensione storico-documentale attraverso le immagini delle tarsie lignee, e successivamente punta risolutamente in direzione di un’immediata soggettività mediante la pittura informale. Infine le suggestioni indotte dalla creazione artistica superano il percepito per scandagliare i recessi oscuri dell’animo e le sue remote aspirazioni.

Opere di ebanisteria.  Tra le sue prime realizzazioni più importanti sono da annoverare alcuni pannelli sovrastanti le Penitenzierie  prodotte nel 1986 per il santuario di Santa Rita a Cascia, nel 1999 per la chiesa di S. Anna nella Città del Vaticano, e tre anni dopo per il Monastero di S. Anna a  Nocera Inferiore. Distribuiti al disopra delle singole postazioni, i pannelli presentano immagini di notevole fattura ed interesse. Si tratta di manufatti di grande pregio, per il cui allestimento il maestro ha collaborato con ditte locali che si sono occupate del trasporto e il montaggio delle diverse componenti.

Sublimazione

Nello stesso periodo egli incrementava la sua produzione con la serie di “Stazioni della Via Crucis” per la Chiesa della Beata Vergine presso Lido Conchiglie e ancora un importante pannello ligneo su “La presa di Otranto nel 1480”, collocato sotto l’altare maggiore all’interno della Chiesa di San Rocco a Galatina (2002). Si tratta sempre di opere di alto livello, che attestano la raggiunta maturità e il fine gusto esecutivo da parte dell’artista.

Le tarsie lignee.  La tarsia lignea è generalmente considerata arte minore, per il semplice motivo che adopera materiali di scarso pregio, quali possono essere le essenze lignee sia naturali che di produzione industriale, quest’ultime in genere adoperate per le parti colorate. Va detto che questa forma particolare di artigianato colloca il nostro artista nell’ambito di una tradizione plurisecolare, risalente  al tredicesimo secolo ed anche prima, un’arte che ha avuto probabilmente origine nei conventi medievali, dove solerti monaci copisti si occupavano di riprodurre le principali opere ad essi affidate, cercando anche di impreziosirle con immagini e decorazioni varie1. Da questa pratica poi è derivata l’arte della tarsia vera e propria, che dal Rinascimento in poi è diventata una forma di produzione artistica assai richiesta ed apprezzata al pari della scultura, la pittura, e le opere musive.

Pescatori

Tecnica e motivi tematici.  Come ci spiega il maestro, la tecnica che si usa per produrre una tarsia richiede una pazienza infinita. Si parte da un pannello iniziale con la figura e le immagini da realizzare e si procede per settori con  minuziose fasi esecutive, che comportano la selezione di  essenze lignee di diverso colore ed estensione. Queste vengono poi applicate sul pannello per ottenere la raffigurazione desiderata mediante un lungo lavoro di fissaggio, incastro ed incollaggio.

Tra i motivi tematici preferiti dall’autore i più frequenti sono gli scorci paesaggistici e le inquadrature del centro antico di Galatina, probabilmente perché lo riportano alla sua infanzia, che si è svolta nei luoghi del centro storico dove ha scelto di mantenere il suo laboratorio anche dopo essere andato ad abitare in una moderna zona residenziale. Inoltre diverse opere di tarsia sono anche di carattere figurativo, con frequenti rappresentazioni di presenze umane o elementi naturalistici, mentre gli sfondi assumono connotazioni campestri o marittime che per la loro immediatezza partecipativa a volte richiamano vagamente qualche eco della pittura di Van Gogh.

Natura naturans

Luce ed effetti coloristici. Tra le caratteristiche rilevanti di queste tarsie si segnalano in particolare due elementi distintivi. Il primo è l’uso dei punti-luce che tagliano l’immagine rappresentata, creando una forte contrapposizione che tende ad esaltare i dettagli delle figure riprodotte grazie ad una diversa esposizione, il che genera un singolare effetto dinamico all’interno dell’opera. Il secondo elemento da evidenziare è la cura veramente particolare nella scelta delle essenze lignee, alcune ridotte ad una consistenza quasi capillare, a testimonianza di una cura minuziosa da parte del maestro, che pervicacemente evita l’uso del pirografo, e per ottenere i desiderati effetti di chiaro-scuro preferisce sempre mantenersi nell’uso delle risorse naturali di cui dispone. Bisogna dire che i risultati sono veramente di alto livello e riescono a trasmettere tutto il fascino connesso con le figure e le architetture di un tempo, che vengono rese con una cura ed una incisività che valorizza ed esalta l’effetto d’insieme.

La pittura informale. Passando all’ambito pittorico è come se l’artista ci introducesse in tutt’altra dimensione rispetto al suo sentire personale e alle sue potenzialità espressive, che tendono ad assumere più intensa ed incisiva articolazione. Se da un lato le tarsie ci presentano delle immagini di fulgido nitore, ma sostanzialmente statiche, silenziose, gravide di echi di lontano vissuto che prepotentemente si riaffaccia alla memoria velato di nostalgia e impreziosito da rinnovato interesse, qui siamo invece nel regno dell’immediatezza. L’autore ci propone sensazioni fugaci colte al volo,  frammenti di stati d’animo, emozioni ed impressioni che tendono a trasmettere, e più spesso a trascendere, gli umori del momento. Si tratta dunque di pittura informale2 che tralascia gli ambiti naturalistico-figurativi per immergersi in ardite rappresentazioni di processi mentali, stati emozionali, persino trasporti di irrefrenabile esaltazione, oppure al contrario ci presenta scene di estatica e distesa contemplazione resa con pennellate morbide e rilassate.

Alta marea

Dal punto di vista tecnico si tratta di dipinti eseguiti con colori acrilici, preferiti perché di più rapida maturazione e contraddistinti da vivido risalto. L’autore si affida alla sua ispirazione istantanea sia nel tratto compositivo che nella scelta dei colori, creando a volte dei movimenti delicatamente sinuosi ed avvolgenti, oppure optando per scarti improvvisi che quasi lacerano lo sfondo per produrre  effetti di impulsivo contrasto o di forte antitesi. Tutto dipende dalla suggestione del momento, che va colta in modo puntuale e tempestivo, prima che sia travolta da una nuova e incalzante emozione.

L’arte come passione in libertà. Non per nulla l’autore a proposito di queste opere ci rivela che durante le fasi di esecuzione avverte quasi una sensazione di impellente urgenza, uno stimolo che lo conduce verso intuizioni rapide e fugaci, che esigono una adesione spontanea e totalizzante. La sua pittura nasce quindi da “passione incondizionata” (sic !), e richiede una dedizione assoluta e al tempo stesso una mente sgombra da altri interessi di carattere pratico. Si noti appunto che l’uso del termine ‘passione’ (dal latino patior) implica non solo l’attrazione e il piacere connesso all’attività svolta, ma anche uno stato di larvata e diffusa sofferenza, che tende a stemperarsi grazie al processo di realizzazione artistica. Non è qui il caso di perdersi in disquisizioni teoriche, ma è bene ricordare che in realtà l’uomo non è soltanto fisicità o pura razionalità3. Come Freud ha dimostrato, in qualunque individuo i meandri della psiche sono a volte oscuri e di non facile decodifica, ma non per questo sono meno veri come esperienza. Il subconscio e l’irrazionale costantemente lanciano sfide tremende ed ossessive al nostro ostinato bisogno di consapevolezza, per poter essere in qualche modo compresi e rappresentati. È vero che l’ambiguità dell’arte può diventare a volte un elemento di forte dissuasione, specie per chi è scarsamente attrezzato ad affrontarla; ma al tempo stesso essa può trasformarsi in esperienza-stimolo, un indizio prezioso per scoprire suggestioni e scenari di indicibile fascino, che richiedono attenta riflessione per essere investigati a fondo4. Il compito non è facile, ma nel caso di Antonio Congedo alla fine risulta fertile e appagante.

Galatina – Il borgo antico

Riconoscimenti. Il carattere mite e cordiale dell’artista trova ampia compensazione nel suo solerte attivismo, che gli consente di essere ancora altamente produttivo e pronto ad essere partecipe in varie iniziative artistico-culturali.

Molteplici sono i riconoscimenti registrati nel suo lungo percorso realizzativo, di cui ricordiamo i principali: è inserito nel Dizionario Enciclopedico Internazionale di Arte Contemporanea 1999-2000; premiato con “foglia d’argento” nel Concorso Nazionale “Arte d’autunno”; partecipazione alla “Convention Painter Artexpo ’99” a New York; primo premio nella Rassegna Nazionale “Confronti”, Ferrara 1999. Su di lui hanno scritto vari critici, tra cui Antonio Antonaci, Franco Bernardi, Lia Ciatto, Alfredo Pasolino, Antonella Perrone, Daniela De Santis. Una visita al suo laboratorio-esposizione in Via Vignola è un’opportunità di sicuro diletto e arricchimento.

NOTE

  1. Sull’arte della tarsia vedi FRANCESCA FEDELI, La tarsia lignea. Origine e segreti dei “Legni tinti e commessi a guisa di pitture”, Milano, Feltrinelli, 2013.
  2. Sulle modalità espressive dell’arte contemporanea si rinvia a SILVIA BORDINI, Arte contemporanea e tecniche: Materiali, procedimenti, sperimentazioni, Roma, Ed. Carocci, 2007.
  3. Si veda LAMBERTO MAFFEI, “Pensiero e meccanismi cerebrali” in, Solo i folli cambieranno il mondo, Bologna, ed. Il Mulino, 2023, pp. 49-74.
  4. Circa l’irrazionale nell’arte cfr. LEONORA CARRINGTON, Il latte dei sogni, Milano, Adelphi, 2018.