Alcune note storiche su torre Squillace, tra Sant’Isidoro e Porto Cesareo di Marcello Gaballo Sul finire del XVI secolo la città di Nardò è un cantiere aperto e si registra il rifiorire di ogni attività edile pubblica e privata, civile e religiosa. I documenti già attestano la presenza di decine e decine di complessi masserizi, specie nelle vicinanze della foresta dell’Arneo, rinomato luogo di caccia per cervi e cinghiali per ricchi proprietari e cortigiani al servizio della celebre famiglia dei duchi d’Acquaviva d’Aragona, che aveva scelto di dimorare in città. Ma la tranquillità dei luoghi viene turbata in questo quarto di secolo dalle continue scorrerie di orde di barbari […]
San Bernardino Un affresco del santo senese nella cattedrale di Nardò di Marcello Gaballo L’affresco del santo senese (*Massa Marittima, 8 settembre 1350 – +L’Aquila, 20 maggio 1444) è occasione utile per sottolineare ancora una volta l’operosità del parroco don Giuliano Santantonio, che ha fermamente voluto il restauro dell’effigie poco nota del santo francescano, celebre nel mondo per la devozione al santissimo nome di Gesù e per la riforma del suo ordine, della quale fu uno dei principali sostenitori. La straordinaria capacità oratoria e le ferventi prediche tenute in moltissime città italiane ne fecero il più illustre predicatore italiano del secolo XV. Non si riproporrà qui la biografia, trattata ampiamente […]
Le tonnare del litorale neritino fra XVII e XX secolo di Salvatore Muci e Marcello Gaballo Tra tutti i sistemi di pesca quello dei tonni è risultato sempre tra i più redditizi e perciò più praticato mediante l’ installazione di impianti, per l’ appunto detti tonnare, sistemate nei punti in cui veniva segnalato il passaggio di questi pesci “corridori”. Tali impianti di reti fisse[1], verticalmente tese lungo la costa, spesso lunghe diverse centinaia di metri e in corrispondenza di fondali profondi anche oltre i 25 metri, comportavano investimenti in denaro di non poco conto, certamente non possibili al povero marinaio. Divenne dunque prerogativa di duchi e baroni, o perlomeno di ricchi […]
MODI DI DIRE Espressioni semplici e colorite del linguaggio popolare di Piero Vinsper Con modo di dire o, più tecnicamente locuzione o espressione idiomatica, si indica generalmente un’espressione convenzionale, caratterizzata dall’abbinamento di un significante fisso a un significato non composizionale (Casadei, 1994: 61; Casadei, 1995: 335), cioè non prevedibile a partire dai significati dei suoi componenti. Di conseguenza una definizione precisa di modo di dire, (e di espressione idiomatica) non è data né accettata in linguistica. E mi fermo qui e non vado oltre. In altre occasioni, invece, ho sostenuto che i modi di dire rappresentano il senso realistico di un’espressione semplice, chiara, colorita, spesso arguta e a volte canzonatoria, […]
10 GIUGNO 1918 di Salvatore Chiffi Le ombre della sera sono calate da poco. E’ una notte senza luna quella tra il 9 e il 10 giugno 1918. Due MAS, il 15 e il 21 lasciano il porto di Ancona al rimorchio di due torpediniere. La loro missione è quella di accertare la presenza di campi minati tra le isole dalmate di Premuda e Gruiza. Al comando dei due mezzi ci sono il Capitano di Corvetta Luigi Rizzo, caposquadriglia (MAS 15), e il Guardiamarina Giuseppe Aonzo (MAS 21). Arrivati nei pressi della costa dalmata i due mezzi d’assalto calano i rampini e iniziano la loro missione. Al termine delle operazioni […]
Morirà prima lui o prima lei? di Emilio Rubino Anche oggi, così come nei tempi andati, è presente nella mente di ogni marito e moglie il desiderio di sapere chi dei due morrà per primo. Il marito o la moglie? Alla lunga questo tarlo diventa un vero dramma, perché nessuno dei due è disposto a morire prima dell’altro, neanche nel matrimonio tutto zucchero e miele. Ognuno vuole sempre trapassare dopo di lei o di lui; ognuno desidera ardentemente allungare i propri giorni, ritardare il più possibile l’ultimo istante della propria vita. E allora, come si fa a conoscere il futuro, se cioè morrà prima lui o prima lei? È un […]
Continuità ed evoluzione nella ricerca visiva di Antonio Stanca di Giuseppe Magnolo I risultati di chi opera in ambito artistico e culturale possono essere esaminati sia rispetto alla singola opera prodotta, intesa come evento unico e irripetibile, che in termini di processo, ossia come sviluppo ininterrotto che attraversa fasi definibili per motivazioni, interessi ed esiti in qualche modo accomunabili. È possibile adottare questa tipologia di indagine anche in riferimento alla produzione più recente di Antonio Stanca, dopo averne ripreso gli elementi costitutivi più generali, al fine di definirne le eventuali linee di evoluzione. L’attività dell’autore nell’ambito della ricerca visiva si è sviluppata pressoché ininterrot- tamente per oltre mezzo secolo. […]
Il Salento delle leggende Misteri, prodigi e fantasie nell’antica Terra d’Otranto di Antonio Mele ‘Melanton’ Quando muoiono le leggende finiscono i sogni. Quando finiscono i sogni, finisce ogni grandezza A casa mia, come in molte altre case del Salento, in un tempo non poi così lontano, e tuttavia remotissimo da quello di oggi, era abbastanza ricorrente un gesto, anzi un autentico ‘atto d’amore’, che mi torna spesso alla mente (e al cuore) quando si ripresenta una similare situazione. Succedeva quando avanzava del cibo, e specialmente un po’ di pane. Magari un piccolo tozzo ammuffito, rinsecchito, raffermo, che doveva essere necessariamente buttato via, e quando si era proprio costretti a farlo, […]
IL PITTORE RUFFANESE SAVERIO LILLO (1734-1796) A GALATINA di Giovanni Vincenti Non è stato ancora raggiunto il momento di sintesi storica relativa alla intensa attività artistica del pittore ruffanese Francesco Saverio Lillo1, fissabile tra il 1765 che è la data delle sue prime opere documentate2 ed il 1796 anno della sua morte, né altresì delineato con compiutezza il suo ruolo nell’ambito della pittura sacra salentina della seconda metà del Settecento. Considerato «un artista sostanzialmente modesto e incapace di cogliere le novità dei modelli cui si rifece, e di adeguarsi al loro livello qualitativo, fornendone una traduzione del tutto lontana dalla loro modernità»3, il Lillo fu comunque, uno degli ultimi esponenti […]
La tuvaja nova di Pippi Onesimo Solo dopo un accurato controllo igienico delle mani, ci si poteva finalmente riunire per il pranzo, mentre i più piccoli, impazienti e nervosi, nnu ssi dàvano cansa, passando e ripassando attorno al tavolo. La fame era più grande di loro, ma anche l’artètica e li dispietti, ripetitivi e sfiancanti comu ‘na litania. Era ‘nu vurrisciare continuo e per questo qualche castima, dalla attigua ramesa, di tanto in tanto, prendeva il volo. Il padre di Chicco si faceva sentire. Si aspettava che la mamma, che sfaccendava per preparare il pranzo fra il camino e l’ampio stipo a muro, portasse a tavola le pietanze. Più che […]
Ecco le terrecotte salentine di Marcello Gaballo e Armando Polito In questo lavoro, che è l’adattamento di due nostri precedenti resi pubblici in www.spigolaturesalentine.it, passeremo in rassegna gli oggetti più comuni messi in vendita ricordando che parecchi di loro sono riusciti a sopravvivere per l’indubbio pregio artistico (così da diventare oggetto d’arredamento, tanto più ricercato quanto più antico) ma anche per una reinvenzione del loro utilizzo e, in qualche caso, della loro forma, soprattutto nei dettagli decorativi. CÀNTARU Antenato del water (nella foto a sinistra due modelli “d’epoca” in quella a destra uno molto raffinato, di fattura moderna), fino agli anni cinquanta è stato il sanitario principale, se non unico, della […]
Il Capitano di Andrea Tarantino Dopo ore di navigazione la prima persona che la luce toccava era il capitano. Era l’ultima persona che andava a dormire e la prima a svegliarsi. Timonava nella notte e la guardava in faccia: dopo anni di “strade” senza luce aveva trovato certezze senza bisogno di vederle. Parlava poco il capitano, ma quando lo faceva il silenzio che supportava le sue parole era tombale. Tutti si irrigidivano e davano massima attenzione a quello che diceva: di solito ordini. Erano rare le sue emozioni, ma vere. Quando si intravedevano avevano lo stesso effetto dell’onda lunga, travagliavano in fondo. Era una certezza anche quando fuori c’era il […]