MAX HAMLET SAUVAGE

MAX HAMLET SAUVAGE

Un artista originalissimo, uno dei più eclettici, bizzarri e interessanti di Terra d’Otranto, esponente di un neosurrealismo metafisico che ha fatto interessare di lui moltissimi critici d’arte che si sono accostati al suo universo simbolico così metaforico e sfaccettato. Parliamo di Max Hamlet Sauvage, artista originario di Gallipoli, che oggi vive a Tuglie, e che nello scorso mese di novembre 2018 ha donato al Museo Pinacoteca “Enrico Giannelli” di Parabita, sito nel Palazzo Ferrari, una dotazione di 84 sculture e 50 disegni.  “Sculture biomorfiche- dall’idea all’anima della forma (opere inedite disegni e sculture- anni ’75-85)”, è il titolo della donazione permanente. L’arte di Max Hamlet Sauvage nasce dall’incontro con tre […]

Pippi Onesimo

Pippi Onesimo

Mentre si approntava questa edizione del Filo di Aracne, ha lasciato la vita terrena Pippi Onesimo, uno dei fondatori storici della nostra rivista, con cui ha collaborato ininterrottamente per quasi quattordici anni. Aveva intitolato la sua rubrica “I racconti della Vadea”, rivendicando quasi con orgoglio identitario il fatto di essere nato “là in mezzo”. Per lui, come per molti lettori che gradivano sfogliare il Filo di Aracne partendo dalla fine, quella rubrica ha rappresentato uno spazio ideale, quasi un prodigioso recinto che racchiudeva i ricordi più importanti dell’infanzia e l’adolescenza, riesplorati nell’alone di una memoria volta a ridare empatia a quel periodo magico della sua vita (gli anni intorno alla […]

Nei ricordi si scuola

Nei ricordi si scuola

Quel primo turbamento maturò per caso nella mattinata di una noiosa, insipida e insignificante giornata di fine marzo nella palestra scoperta della Scuola Media “Giovanni Pascoli”, a ridosso degli scrutini del secondo trimestre. Chicco frequentava allora il secondo anno in quella Scuola, in una classe vivace, appena contenuta dalla paziente tolleranza di insegnanti capaci e professionalmente brillanti. Fu fortunato, perché in quella Scuola e in quel periodo ebbe a che fare con docenti, che, pur se freschi di nomina, dimostravano già il loro indiscusso spessore culturale e soprattutto la loro abile e innata capacità didattica. Il loro entusiasmo era estremamente contagioso, per cui si andava volentieri a scuola. Erano i […]

La banda

La banda

Nardò può fregiarsi di aver avuto una banda musicale di risonanza internazionale denominata “Banda Verde”, chiamata in tal modo forse per contraddistinguerla da quella “Rossa” di San Severo di Puglia. A dir la verità, pare che a Nardò ci fosse anche un’altrabanda, di minor prestigio, denominata “Rossa”, per riferirsi evidentemente a quella foggiana. Ma non si hanno prove della sua esistenza, se non dicerie nate dalla fantasia del popolino. Oltre a questa celebre banda musicale, vi era una seconda che era costituita da soli cinque musicanti, direttore compreso. Più che una banda era da considerarsi un semplice complessino che operava unicamente in ambito cittadino, senza mai avventurarsi in altri paesi […]

Leon Gabetta

Leon Gabetta

L’affondamento dell’incrociatore “Leon Gambetta” di N.B. Vacca Entrando nel Santuario di Santa Maria di Leuca sul lato sinistro potete notare una lapide il cui testo in lingua francese recita: A la memoire du Contre Amiral Sènés du Cap.ne De Veau Andrè de l’Etat – Mayor et de l’Equipage du CROISEUR CUIRASSE LEON GAMBETTA morts pour la France le 27 avril 1915 Inoltre anche una via di Santa Maria di Leuca è intitolata : “Leon Gambetta”. La lapide e il nome della strada ricordano una drammatica storia di guerra avvenuta nel mare antistante che coinvolse la gente della piccola cittadina alla vigilia dell’entrata dell’Italia nella guerra del ’15 – ’18. Nel […]

L’affondatore solitario

L’affondatore solitario

Il 1943 per le forze armate italiane fu un anno disastroso per gli innumerevoli insuccessi sui vari fronti di guerra. Al contrario il S.I.M. (Servizio Informazioni Militari) in quell’anno, ma anche nell’anno precedente, riscosse notevoli successi sia con la cattura di numerose spie di varie nazionalità operanti sul territorio italiano, sia per il notevole flusso di informazioni che riceveva dai propri agenti segreti sparsi in territorio nemico. Probabilmente questi successi erano dovuti anche al fatto che i servizi segreti delle forze alleate, visto l’andamento favorevole della guerra, avevano allentato la morsa e messo da parte ogni precauzione consentendo agli agenti segreti italiani di cogliere numerosi e insperati successi. Tra le […]

Al funerale di don Ciccio

Il funerale di don Ciccio di Salvatore Chiffi   “E’ muertu don Ciccio, è muertu don Ciccio!” “Nnaaah! Tuttu ti paru?… E comu è successu?” “’Nu cuerpu, cumpare miu, li ìniu nu cuerpu e non c’è statu cchiù nnienzi de fare!” La “notizia” corre veloce di bocca in bocca e in un paio d’ore tutta la città viene a conoscenza che il barone “don Ciccio” ha reso l’anima a Dio e che “bisogna” fare le condoglianze alla famiglia. Subito dopo la notizia lungo la strada adiacente al palazzo baronale di don Ciccio si formano i primi capannelli di persone che commentano mestamente l’accaduto, diffondendo per la via un lugubre brusio, […]

L’antica abbazia di San Mauro

L’antica abbazia di San Mauro

Intorno all’anno 1000, oggi nell’agro di Sannicola ma un tempo nell’antico agro di Gallipoli, sulla collina dell’Alto Lido, a due km dalla ‘Città bella’, fu costruita l’abbazia di san Mauro, luogo di culto per monaci e fedeli di rito greco-ortodosso. Chi per primo informò gli studiosi dell’esistenza di questa abbazia fu Antonello Roccio il quale, in un suo manoscritto, oggi conservato nella Biblioteca civica di Gallipoli, intitolato Notizie memorabili dell’antichità della fedelissima città di Gallipoli (1640), a carta 303, scrive: «San Mauro, intorno al 1519, anno in cui sull’abbazia officiava ancora l’ultimo abate, e[ra] rovinata senza [altri] monici, solum con l’Abate, quale rende circa ducati 100 l’Anno». Alcuni secoli dopo […]

Bande musicali nel Salento

Bande musicali nel Salento

Le bande comunali erano delle icone cittadine e rappresentavano un grande ed inestimabile patrimonio culturale. Un tempo aleggiava attorno a loro un fascino particolare, tanto da suscitare un vero e proprio tifo, un entusiasmo ed anche un forte campanilismo, un po’ come avviene oggi per le squadre di calcio. Generalmente le bande si formavano nelle categorie degli artigiani: barbieri, falegnami, scalpellini, calzolai, muratori, ecc. Per imparare lo strumento musicale, non si frequentavano delle scuole di musica. Studiare presso un conservatorio era appannaggio esclusivo delle classi benestanti. I meno abbienti imparavano a suonare da autodidatti, sospinti dal coraggio e dalla passione per la musica. Alcuni ragazzi, addirittura, lo facevano di nascosto […]

Buongiorno signor maestro

Buongiorno signor maestro

Era il primo giorno di scuola per quei ragazzini, classe 1965, che per la prima volta sedevano sui banchi della nuova scuola, una scuola totalmente diversa dalle Elementari, dove un solo maestro era chiamato ad insegnare le varie discipline. Gli studenti, seduti compostamente, aspettavano con impazienza, ma anche con palpabile paura, che entrasse in aula non più “il maestro”, ma “un professore”. Ma chi? Poco prima, attraversando il lungo corridoio in fondo al quale c’era la 1ªC, alcuni ragazzi avevano chiesto ad Oronzino, il bidello, chi fosse l’insegnante della prima ora. “La professoressa di lettere!” – rispose seccamente quello, senza troppo pensare e ancora un po’ alticcio per la bicchierata […]

Li zezzi russi (I gelsi rossi)

Li zezzi russi (I gelsi rossi)

Li zezzi russi di Salvatore Chiffi In Nardò, verso la metà degli anni ’50, sulla strada “ti mare”, proprio di fronte a “lu torrino” (cisterna sopraelevata dell’acquedotto) viveva un ricco signore molto conosciuto per la sua stazza, ben oltre i duecento chili, che lo costringeva a stare sempre seduto su una “poltrona” appositamente costruita per lui e lo limitava nei movimenti. All’epoca la zona era ai margini della città, quasi in aperta campagna, e la sua abitazione era situata al centro  di un podere di terra coltivata prevalentemente  a vigneto e frumento che si estendeva per oltre cinque ettari. Alla casa, di stile colonico,si accedeva attraversando un lunghissimo “stradone”, i […]