Il Maestro

Mimmo Beccarisi

di Antonio Panico

Con enorme piacere ho accettato di scrivere questo articolo per far conoscere un artista dalle grandi abilità espressive e da una profonda carica interiore: Mimmo Beccarisi

Il Maestro Beccarisi, diplomato nell’Istituto d’arte “P. Toschi a Parma, è pittore e scultore di buona formazione e con un nutrito curriculum professionale. Moltissime sono le opere realizzate dal 1975 ad oggi: dalla pittura ad olio alla scultura su Pietra Leccese, affreschi su volte a stella e a botte in palazzi baronali e barocchi nella provincia di Lecce, restauri, trompè – l’oeil con tecnica acrilica e impasto di terre, ritratti ad olio su tela, quadri religiosi, dipinge su vetro, decorazioni su terracotte di varie forme.

L’artista possiede un talento innato ed una sensibilità così elevata da portare le immagini delle sue opere ad assumere un alto valore esistenziale. Questo nobile sentimento nasce da un casuale incontro tra l’artista medesimo e i luoghi, gli oggetti, le persone con cui entra in simbiosi e da cui estrae le proprie personali emozioni. Tali emozioni tendono a divenire quanto più possibile universali nelle sue tele, questo è il proposito che sta all’origine del suo impegno autentico e stimola il suo processo creativo.

Le sue opere sono, quindi, documenti e registrazioni cronologiche delle tappe lungo le quali si è articolato non solo il suo percorso creativo artistico ma anche il suo pensiero, i suoi conflitti interiori, la sua personalità, la sua attenzione ai problemi sociali, alla sua sensibilità verso i bisognosi, verso i poveri ai quali spesso si nega l’amore, la fratellanza, la giustizia sociale. Rappresentano la vita reale, la lotta sociale, cercando la pace ed il bene ed emarginando la violenza, ma sempre con razionalità.

La sua arte si basa su forti temi filosofici perciò i suoi quadri hanno tutti un titolo e l’artista gioca un ruolo in questa esistenza nel mondo. La sua infinita creatività è sempre filtrata da osservazioni e da esperienze emozionali, in cui la realtà è un processo infinito di conflitti e decisioni.

C’è in Mimmo Beccarisi il desiderio di esprimere l’uomo del proprio tempo nei suoi rapporti con la natura, la società e la cultura sempre combinato con le tensioni proprie dell’io, della psiche, che emergono allo scoperto con sempre più intensità e rimandano a valori etici ed estetici dell’uomo contemporaneo.

La sua arte eclettica lo porta ad utilizzare i più diversi mezzi espressivi, spaziando dall’olio agli acrilici, dai pastelli fino a tecniche miste, sempre alla ricerca di effetti cromatici forti e netti da catturare, con uno stile molto espressivo ed originale proprio come è la sua personalità. Nelle diverse sfaccettature del linguaggio artistico si intrecciano con disinvoltura tradizione e innovazione, raziocinio e fantasia, norme e libertà.

La pittura, in particolare, si esprime nella pienezza delle sue molteplici possibilità, tra metodi, maniere e materiali diversi, all’interno di una dialettica tra diverse tendenze e ricerche visive. L’artista Beccarisi è  “integrale” e “completo”, coltiva la manualità del fare attraverso la dedizione lenta e continua nel tempo. Sa usare al meglio le sue tecniche ed entrare in rapporto simpatetico con le materie e i supporti per sublimare nella concretezza dell’opera emozioni e sentimenti.

Nei suoi quadri prevale un sobrio realismo fatto di nature morte e paesaggi, quegli stessi paesaggi che accompagnano la sua esistenza, il suo cammino. La prevalenza di colori caldi sembrano, per lo più sottolineare, l’ottimismo dell’artista di fronte alla vita. Il colore è usato come mezzo per comunicare l’esistenza di un uomo.

Ammiriamo e prendiamo in esame il dipinto “Rapsodia d’amore”

RAPSODIA D’AMORE  Acrilico su tela dimensioni : cm 250 x 40     30 giugno 2012

L’autore scrive: Rapsodia d’Amore è una ballata di metafore rivolte ad una coppia di giovani innamorati che hanno avuto il desiderio di chiedermi che venisse rappresentata la loro storia d’amore, su di una tela da esporre nella propria casa.                                                                                                    L’idea di getto è stata quella di usare i loro segni somatici per due maschere al centro della tela, non maschere che nascondano dei segreti ma candide e pure che proteggano i loro sentimenti,  candide come le due colombe che amoreggiano affacciate sul mare del mondo, dove le loro vite possano sempre navigare affrontando tutte le asperità che la vita ci presenta come ostacoli da superare insieme, l’ombra dei colombi opposta alla fonte di luce sta ad indicare la volontà che ognuno di noi abbia nella scelta a volte dolorosa, di non seguire ciò che luccica ma con forza seguire i propri orizzonti.

IPSAZIONE

Il Colibrì, sinonimo d’espressione di gioia e amore per la vita, metafora di come l’ingegno può darci le soluzioni per ogni esigenza, restare in volo per suggere linfa vitale che nutra la nostra esistenza.
I due panni di diverso colore che proteggono ed accolgono le maschere, metafora dell’individualità che ogni essere umano deve poter conservare anche nel momento in cui decide di condividere la propria esistenza, preservando il proprio ” IO ” senza annullarlo, ma arricchendolo con l’unione dell’altro.
Un tamburello, metafora dell’origine Salentina dell’uno, cui per la ballata della ” Pizzica” ne è essenziale strumento musicale, ospita un Cardinalino rosso tipico della terra d’origine di lei, il Venezuela. Ed infine un grosso cesto di frutta esostica del centr’America con altro uccellino tipico del posto che ne sorveglia il consumo di quella frutta senza dover arrivare alle bucce. Ossia…quest’amore possa sempre nutrirsi rinnovandosi nel corpo e nello spirito!

In queste note dell’autore possiamo ammirare la filosofia che scaturisce dall’animo di questo artista, che, con varie metafore, inneggia al sentimento dell’amore di due giovani con il suo stato d’animo “gioioso e amante della vita”, con l’augurio che possano trarre linfa di nutrimento da un rinnovamento continuo del corpo e dello spirito per superare le difficoltà che incontreranno durante la loro vita futura.

Un’altra tela di Mimmo Beccarisi che  segnalo è “ Sogno illusorio”

SOGNO ILLUSORIO (m 2,30 x 0,70 tecnica mista: olio e acrilico – 4 febbraio 2012)

Leggiamo insieme come l’artista commenta questa  sua importante e bellissima opera:

L’ ispirazione mi è nata dall’esigenza di testimoniare con l’arte la tragedia dell’immigrazione sulle coste Italiane da parte di popoli tiranneggiati e schiavizzati da ideologie tiranniche, da false letture di dottrine religiose, dove l’amore e la pace vengono soppressi con la violenza, e la povertà è l’arma per governarli.

Ho voluto guardare dalla loro angolazione, immaginare la parte più debole, metaforicamente la donna come personificazione della loro ricca cultura, per questo elegantemente vestita della dignità e meraviglia nel guardarli oltre i vari modi cui vengono appellati, che spesso ledono le loro virtù. Uomini, donne e bambini che ambiscono attendendo il loro turno con sacrale pazienza l’occasione per attraversare quel ponte che li separa dalla nostra falsa felicità, il tronco secco ad arco sulla spiaggia ne è la metafora. Attendono continuando a desiderare che si avveri quel sogno tracciandolo con un legnetto sulla sabbia : la parola SOGNO è incisa in arabo حلم                                              Immaginandoli sulla spiaggia, come fosse l’ultima, ripenso ad una miriade mai censita di gente che da ogni parte d’Italia si armava di quelle valigette di cartone pressato scuro e si accatastava sui moli d’imbarco per le Americhe, sui binari di tutte le stazioni per paesi Europei, ma lo abbiamo dimenticato! Eppure erano gli orizzonti cui moltissimi dei nostri avi, neppure tanto avi, hanno desiderato, come unica via di scampo alla povertà, anche loro guardavano nella prospettiva di quell’orizzonte che ho voluto dipingere “azzurro” come alba e “arancio” come tramonto, aggredito dalle nuvole nere di un’infausta realtà per moltissimi di loro che non sono riusciti a terminare l’attraversamento di quel ponte e di quei molti che una volta riusciti sono stati, per modo di dire, legalmente respinti….  Il gabbiano, metafora di quella libertà che lo distingue padrone del mare, che non viene messo da nessuno in gabbia, è li a guardare severo, senza ali dispiegate al centro di quel ponte, come monito a riflettere se quel sogno è davvero la cosa più giusta da desiderare.                          Mentre le barche in secca senza né remi né timoni, ignare testimoni di tante lacrime e lutti attendono di conoscere il prossimo numero di sogni illusori da traghettare. Su una di queste il titolo “ Sogno illusorio”  حلم وهم

L’Arte, di questo dipinto ma anche di altri, è informazione, dato culturale, anche se bisogna saper leggere la notizia, saper elaborare i dati culturali, collegare i fenomeni, riflettere e questo è ciò che l’autore vuole. Ricerca ed impegno pongono in risalto la serietà dei suoi propositi.

La produzione artistica del Beccarisi abbraccia anche diverse tematiche che segnano, a volte,  il confine tra realtà e sogno, sin là dove si estende l’orizzonte del suo pensiero.

Kronos

Vi sono opere con le quali s’immedesima con una sorta d’ abbraccio psicologico e sono lo specchio della sua anima, una meravigliosa commozione personalissima, immagini del suo essere. Da questa partecipazione emotiva, egli stesso trova un equilibrio dinamico e una sua dimensione ontologica, che sublima nell’espressione artistica, con l’eleganza delle forme e la sublimazione dei colori.

Spesso in altre opere lascia al colore la duplice funzione di costruire ed insieme stemperare la forma, le figure nascono plasmate dalla stessa materia pittorica, con colori a volte palpitanti, a volte partecipanti, che assumono significati ed hanno un senso: il modo dell’artista di percepire, di pensare anche ai loro rapporti.

In altre opere si fa portavoce dell’interiorità di un’umanità, parla dalle tele con saggezza e con amore; così un nudo, una composizione di oggetti, un paesaggio posseggono sempre una loro primaria motivazione pittorica che è al tempo stesso poetica, in quanto il pretesto della figurazione nasce dal bisogno di esprimere una realtà interiore universale.

Liberi liberi

Alcuni suoi dipinti sono avvolti in un’atmosfera di surrealismo, di simbo- lismo, rispecchiando una anima che ha sete di grandi spazi. Le immagini sono sempre nitide, pittoricamente armoniche, vi si coglie sempre la poesia della vita, i volti danno sempre una intensa emotività, ed il grido che ci viene da alcuni di essi testimonia la tensione morale dell’autore, che ha per- vaso la maggior parte delle sue opere di questa intenzione: il dramma va descritto ma anche risolto.

Concludo mettendo in risalto l’insegnamento delle sue opere: la vita può cambiare se cambia il nostro atteggiamento verso la vita: occorre sempre rinnovarsi, saper vedere con sguardo diverso, credere in se stessi ed usare sempre la razionalità e la logica, l’ingegno – egli dice –  può darci le soluzioni per ogni esigenza.