Pensiero positivo

ORIGINI E SVILUPPO DEL PENSIERO POSITIVO di  GIUSEPPE  MAGNOLO Generalmente con l’espressione “pensiero positivo” si intende la capacità di assumere un atteggiamento fiducioso ed ottimistico nella vita quotidiana, concentrandosi soprattutto su ciò che si può realizzare, su come risolvere i problemi che ci si trova ad affrontare, invece di commiserarsi. Il raggiungimento di una concezione positiva delle proprie esperienze di vita dipende da vari fattori: gli obiettivi che vengono perseguiti, la capacità di motivarsi e creare nuove opportunità, la consapevolezza delle risorsedi cui si dispone e che permettono di controbilanciare le difficoltà, il saper evitare di adottare standard di giudizio troppo elevati, che potrebbero far nascere varie forme di delusione […]

Lu zzinzale

Lu Zzinzale di Cino de Portaluce   Mannaggia l’anima de lu zzinzale ca tutta la notte t’have ‘nsurtare Menthru curcatu stai quetu quetu mo’ ti lu sienti ttì – ttì de retu Voju cu tthrasu, voju tte vasu sia ca ti dice mo’ su llu nasu E menthru te pìzzaca tie cu lla manu li dai ‘na scòppula se si cristianu Dài a tie stessu, sanu iddhru scappa e a tie cu lli ràppuli la facce ti rrappa Vatte a ffafrìscere, vane alle fèmmane ca viddhre nu’ ddòrmenu pensandu a tie Mannaggia l’anima pocca de màmmata ca iu me ‘ncèfalu pensandu a tie Speranza Ddiu ca ti se scàscia l’organu […]

Sofia Stevens poetessa anglo-gallipolina

Sofia Stevens poetessa anglo-gallipolina Di Augusto Benemeglio Era stata educata a Galatina Sofia Stevens nacque nel 1845 a Gallipoli, figlia del vice Console inglese nella citta salentina, Henry Stevens, che rimase in carica fino al 1867, anno in cui morì. Anche il nonno di Sofia, Richard, era stato vice console dal 1829 fino al 1853. Mentre la madre di Sofia era una nobildonna di origine franco-napoletana: Carolina Auverny. Sofia era la seconda di cinque figli (3 femmine e due maschi) ed era stata educata prima a Galatina, poi, all’età di undici anni, fu mandata a Napoli, dove ebbe per maestro di lingue e di poesia Federico Villani; a quindici anni […]

Non toglieteci l’ulivo

Non toglieteci l’ulivo di Gigi Mangia È il Salento, la terra del sole umido, quello ad avere un paesaggio riconosciuto e una identità forte di antiche radici culturali. Solo il Salento può vivere della gioiosa meraviglia di due azzurri: quello del cielo e quello del mare e avere nell’orizzonte il viaggio nel blu. È la luce bianca quella che segna il tempo del giorno: l’alba color rosa d’oriente ad Otranto e il tramonto rosso del sole a Gallipoli mentre ognuno di noi può immaginare dove il sole va a dormire. Il Salento vive di luce bianca e la luce è il tempo della vita. Il Salento è terra di geografie […]

L’angelo dimezzato

A volte accade che una favola si trasformi in una splendida realtà L’angelo dimezzato di Anna Teresa Carallo Il piccolo angelo, o meglio ‘quasi angelo’, era appena giunto in Paradiso, ma non era ancora del tutto completo, perché gli mancava un’ala, che avrebbe ricevuto in dono solo dopo aver compiuto il suo addestramento e dimostrato di averla ampiamente meritata. Per tale motivo, seduto su una soffice nuvoletta, attendeva istruzioni dal suo capo. Naturalmente era agitato, come tutti coloro che si apprestano a superare delle prove difficili. Finalmente, dopo una lunga attesa, gli fu affidata una missione molto importante: doveva cercare tra gli uomini quello che avesse un cuore puro e […]

Mino De Santis

MINO DE SANTIS La voce del Salento  di Giuseppe Magnolo Dialetto e identità.  Capita spesso nella saggistica di utilizzare il mezzo linguistico per mettere in evidenza, o anche per difendere, una certa idea di identità salentina, che passa attraverso consuetudini, tradizioni culturali, modalità espressive particolari. Si enfatizza l’uso del dialetto esaltandone l’immediatezza, il richiamo alla concretezza, il tono di familiarità che sempre contraddistingue l’approccio di chi si rivolge agli altri senza la freddezza dei paraventi pseudo-linguistici offerti dalla lingua nazionale, che inibiscono un rapporto di spontanea confidenzialità. Questa sensazione di contatto immediato è ciò che dapprima viene in mente ascoltando le canzoni di Mino De Santis, accompagnata dall’idea di essere […]

Lettera a Sharon, l’israelita

Lettera a Sharon, l’israelita di Rino DUMA  Premessa Questo scritto nasce come risposta all’articolo di una signora israelita, di nome Sharon, pubblicato su un giornale nazionale a grande tiratura, dopo gli orrendi avvenimenti dello scorso anno nella tormentata Palestina, in cui furono uccisi tre giovani studenti ebrei e, in conseguenza dell’immediata rappresaglia israeliana, oltre duemila palestinesi, di cui molti bambini, intrappolati senza scampo nella striscia di Gaza. La durezza e l’irriverenza del linguaggio usato nel descrivere i fatti e nell’osannare la reazione israeliana contro la popolazione inerme, nonché l’arroganza con cui la signora Sharon ha espresso il suo pensiero, mi hanno procurato un profondo turbamento interiore e fatto riflettere a […]

Il cornetto napoletano

Il cornetto napoletano “U Curniciellu” di Luisa Crescenzi Il corno portafortuna è, senza dubbio, il più diffuso amuleto italiano. Le sue origini sono antichissime e risalgono addirittura ai tempi del Neolitico (3500 A.C.), quando gli abitanti delle capanne usavano apporre fuori dall’uscio un corno come auspicio di fertilità. Specialmente in quei tempi la fertilità veniva associata alla fortuna in quanto, più un popolo era fertile, più era potente e quindi fortunato. In altri tempi i corni venivano usati come doni votivi alla Dea Iside, affinché la Dea Madre assistesse gli animali nel procreare. La mitologia ci informa che Giove donò alla sua nutrice un corno in segno di gratitudine, questo […]

Dobbiamo ringraziare Dio dei miracoli “silenziosi” che ci concede ogni giorno “Il miracolo che non c’è” di Anna Teresa Carallo La piccola baia era delimitata da una bianca ed alta falesia che declinava quasi a strapiombo verso un mare cristallino. Sulla sua sommità una rigogliosa macchia mediterranea dominava il paesaggio e si rifletteva sullo specchio d’acqua sottostante, conferendogli un colore verde smeraldo. La falesia si insinuava nel mare come una lama fendente per oltre cento metri, intorno alla quale era arroccato un paesino di pescatori, lindo e carino, da sembrare un piccolo presepe. Le casette modeste ma graziose erano quasi tutte di color bianco, un po’ come la falesia che […]

La cambiale l’ho già pagata

Simpatico episodio accaduto a Nardò tanti anni fa La cambiale l’ho già pagata! Il titolo di credito stava per fare una brutta fine, se non fosse intervenuto un avvocato di Emilio Rubino Beh sì, l’avvocato era proprio lo scrivente e la firmataria della cambiale un’anziana ed arzilla signora di Nardò. Il fatto è accaduto un giorno, un mese e un anno tanto lontani del secolo scorso, che non riesco più ad inquadrare. Però il fatto, anzi il fattaccio incriminato, me lo ricordo molto bene, come se fosse accaduto soltanto un anno fa. Ecco l’accaduto. Avevo invitato presso il mio studio legale, per conto di un cliente, una vecchia signora per […]

Modi di dire dialettali

Modi di dire dialettali di Piero Vinsper Ho sempre sostenuto che il dialetto è la lingua dell’anima: una lingua profonda che esprime preghiere, pene, desideri, allegria, rabbia, nostalgia. Una lingua a volte cupa, ruvida, scarna, a volte concreta, immediata, spontanea. Una lingua nella quale forme, espressioni, atmosfere, suggestioni si mescolano e si confondono, una lingua nella quale si può individuare un’espressione genuina della storia della cultura di un popolo. E i modi di dire rappresentano il senso realistico di una espressione semplice, chiara, colorita, spesso arguta e a volte canzonatoria, che va aldilà di ogni metafora e di ogni traslato o di qualsiasi altra figura retorica. Fare ‘nantu, detto dei […]

Lu police (la pulce)

Lu police (la pulce) di Cino de Portaluce   Viva lu pòlice, lu bellu nzettu! face cutrùmbule susu llu jettu: tra coddhu e nàtiche passeggia, torna, parte, precipita senza sse scorna. Se è straccu, cuàrdalu, trova lu locu cu sse ndurcìfica nu pocu pocu; quandu lu mantice li batte poi, mpizza la spìngula ddha’ ci nun boi. Tu, se te chìddhichi, meni la manu, ma quiddhu subitu scappa luntanu, torna a lla càrica pe scire spissu, senza preambuli llu puntu fissu. Tu, de la stizza, li sensi à’ perzi, ma quiddhu rèprica, cride ca scherzi: la cuda còtula, se mette a rangu fintantu… ppàffiti! rrufa lu sangu. Dicu: Benissimu, è […]