Puntualmente alla fine di ogni mese

IL SALOTTO DI MARIA RITA 

Spazio aperto all’arte e alla cultura

di Giuliana Pellegrino

E’ stato nel dicembre 2007 che Maria Rita Bozzetti ha aperto il suo spaziosissimo ed elegante seminterrato ad un gruppo di amici ed amiche interessati ad incontrare personalità emergenti della cultura locale, poeti, pittori, scrittori per conoscerne l’operato e riflettere sulle tematiche sviluppate da ciascuno.

Non sono stata presente a tutti gli incontri che, dopo la data d’inizio, si sono succeduti assumendo via via scadenza mensile. Sull’elenco degli appuntamenti di cui dispongo compaiono però nomi ricorrenti nelle diverse manifestazioni cittadine.

E’ stata, per esempio, oggetto di rilettura e commento critico la poesia di Bodini, di Donato Moro, Lucio Romano e dia ltri autori contemporanei come don Salvatore bello, Peppino Conte e la stessa Maria Rita Bozzetti, autrice di numerose pubblicazioni che hanno varcato i limiti dei confini locali.

Conosco la poesia di Maria Rita sin dalla sua prima pubblicazione, che ho personalmente incoraggiato, dopo aver letto e dato un primo ordine al gruppo di fogli manoscritti ricevuti da lei: si trattava di “Polvere di Giorni”, con prefazione di Nicola De Donno, divenuto da allora la sua guida e il suo maestro.

Maria Rita ha poi seguito l’evoluzione del suo percorso poetico sino alla pubblicazione del terzo, o forse quarto libro, “Nell’ozio delle Erbacce”, raccolta in cui la sua poesia passa da una dimensione autobiografica ad una metafisico-esistenziale; qui il linguaggio diviene spoglio, essenziale e si concentra sui dialoghi interiori alla ricerca di Dio e della verità. A questa sono poi seguite altre pubblicazioni in cui il mondo dei sentimenti, il tempo della memoria, la natura, gli eventi civili, divengono i temi delle sue riflessioni.

Nel corso di queste serate il tempo della poesia si conclude sempre con l’esecuzione al pianoforte di brani di musica classica ed è seguito da quello dedicato alla pittura. Gli appassionati di quest’arte conoscono bene i pittori che si sono avvicendati in questi incontri: mi riferisco a Mimmo Anteri e Antonio Stanca, oltre ad artisti più giovani ma di riconosciuto valore come Mauro Sances, a cui certamente ne seguiranno altri.

Non solo gli artisti con le opere presentate, ma anche i rispettivi relatori con una profonda capacità di lettura dei lavori di volta in volta presentati e l’eleganza del discorso hanno coinvolto, emozionato e tenuto costantemente desta l’attenzione dei presenti che accorrono sempre numerosi.

E’ stato durante uno di questi incontri, nel dicembre del 2008, che ho visto alternarsi su un cavalletto le tele di Antonio Stanca, inattesa occasione di compiere idealmente un viaggio inconsueto e affascinante nel mistero delle origini del mondo e del suo divenire. Attraverso la forza del colore, determinante nella creazione delle sue opere, ha rappresentato in sequenze di immagini astratte, l’iperspazio, le dimensioni inesplorate di un universo uscito dal silenzio. Tutti i lavori di questo artista indagano sull’origine del cosmo, sull’esistenza di eventuali universi paralleli, di cui parlano con insistenza le più recenti acquisizioni scientifiche e che le ultime scoperte della fisica quantistica sembrano avvalorare.

Dopo la performance di questo artista, il prof. Magnolo, ospite fisso di questi incontri, commentatore lucido e penetrante di diversi poeti, ha proseguito presentando una raccolta di poesie di don Salvatore Bello dal titolo “di Giorno in Giorno”. Riascoltare questi versi è sempre reimmergersi nel mondo in cui affondano le nostre radici, ricco di echi, di vissuti personali, di serene visioni, di scorci e ritratti incisivi, di immagini che dal passato balzano nel cuore.

Non meno coinvolgente è stata, in un incontro successivo, l’appassionata lettura dei versi di Peppino Conte, recitati dallo stesso autore con l’intensità e la maestria di un attore consumato. Il commento di Antonio Errico, giornalista, personalità nota nel mondo della cultura, anche per la preziosità della sua cifra stilistica, ha arricchito quest’altra serata conclusasi con la presentazione delle opere del pittore Sances, illustrate da Carme De Stasio.

Il collante, che armonizza i vari interventi, è la musica; si sono alternati al pianoforte Monica Terlizzi e Luigi Solidoro, abili esecutori di splendidi brani di musica classica, di quelli che toccano e fanno vibrare le corde dell’anima, intensificando le sottili emozioni già suscitate dall’ascolto e dalla visione delle opere degli artisti.

Non posso concludere se non con un plauso e un ringraziamento a Maria Rita, organizzatrice e attenta regista di questi incontri alla fine dei quali ci si ritrova intorno ad un buffet allestito in una stanza attigua a scambiarci impressioni, opinioni, emozioni vissute nel corso della serata.

Sono momenti di condivisione, di confronto, di amicizie che si stringono o rinsaldano, cosicché, giunto il momento dei saluti, ciascuno torna a casa con un senso di intima soddisfazione prima di rientrare nella dimensione di un quotidiano fatto di tanto rumore, di tanto movimento, di tante parole vuote di significato, ma anche gravato dai problemi di una crisi globale, non solo economica, che proietta lunghe ombre sul prossimo futuro.

Questo, però, è un altro discorso.