Torre Pali

TORRE DEI PALI

Torre dei Pali è una località balneare del comune di Salve. È situata nel basso Salento, a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca e da Gallipoli.

La torre è una delle numerose opere costiere di avvistamento fatte costruire nel XVI secolo da CarloV per difendere il territorio salentino dalle invasioni dei pirati saraceni.

Riguardo alla posizione, essa comunica visivamente con Torre Vado a sud e Torre Mozza a nord. Per alcuni studiosi, la struttura fu costruita sulla terraferma, a pochi metri dalla battigia; in seguito, grazie alla continua erosione del mare, la torre rimase inglobata totalmente nelle acque. Per altri, invece, lo scoglio su cui fu edificata si trovava già in acqua. La torre fu poi collegata alla terraferma mediante uno stretto ponte in muratura che poggiava su cinque piccole arcate. Il mare circostante è profondo appena 50 centimetri. Chi scrive propende per la seconda ipotesi.

Secondo alcuni storici locali, il 14 maggio 1576, subito dopo la costruzione della torre, fu assegnato al caporale Ippolito de Ippolitis un falconetto, come armamento. L’Università di Salve, tre giorni dopo, inviò a Lecce il sindaco Angelo Alemanno per prelevare l’arma, gli accessori e le munizioni. Il falconetto, antico pezzo di artiglieria a canna lunga, fu sistemato in una feritoia di fronte al mare aperto, con possibilità di essere spostato da una feritoia ad altra, a seconda della posizione dell’imbarcazione da colpire.

Qualche anno dopo, esattamente il 18 settembre 1581, Antonio Alemanno ricevette la somma di oltre 248 ducati d’oro (su un totale di 600) in favore dell’Università di Salve (comune al quale apparteneva la torre), come parziale rimborso per la sua costruzione.

La torre presenta un diametro di circa 10 metri ed è costituita da due parti ben distinte, separate da un cordolo. La parte inferiore, edificata sugli scogli, ha una forma tronco-conica a scarpata ed è costituita da muratura piena. La parte superiore, invece, ha una forma cilindrica, su cui si trovavano diverse caditoie (oggi non presenti) poiché la muratura è semi diruta. Sempre nella parte superiore della torre si trovava un unico vano, in cui alloggiavano i militari, i mobili, i pezzi di artiglieria e le munizioni. La struttura era collegata con l’esterno grazie ad una scaletta di legno che veniva calata dalla garitta sul piccolo pontile. Un’altra scaletta in muratura, larga poco più di mezzo metro, consentiva l’accesso alla terrazza.

Questo sistema difensivo offriva buone garanzie. Nonostante la torre godesse di buona posizione, il 4 luglio 1617 alcune imbarcazioni di pirati sbarcarono senza essere avvistate dai militari di guardia e fecero razzia di merci, viveri, monete, portando via finanche nove giovani donne. I torrieri e i cavallai furono accusati e processati per la mancanza assoluta di assistenza e tutela delle popolazioni rivierasche.

La difesa delle varie torri fu migliorata grazie ad un rafforzamento militare e ad un capillare controllo di avvistamento. Ciò nonostante, nel 1667, fu registrata una nuova incursione piratesca, ma in questa circostanza le guardie accolsero a colpi di moschetti e falconetto la ciurmaglia, dissuadendola dall’avventurarsi nell’interno e ricacciandola in mare. Si racconta che il Principe Gallone, signore di Salve, apprezzò enormemente l’eroico gesto dei torrieri e li ricompensò con un’adeguata somma di denaro e un indennizzo per la polvere da sparo consumata durante la difesa della torre.

Nei primi anni dell’800, quando ormai il pericolo delle scorrerie era definitivamente cessato, le autorità comunali salvesi tentarono di ricomporre la torre, consolidandola in più parti, ma lo sforzo non sortì alcun risultato, se non di rimandare di qualche decennio il crollo di buona parte della struttura. Da allora sino ai nostri giorni iniziò un lento ed inesorabile declino della torre, che, ahinoi, subì un tremendo knockout a seguito di un fulmine negli anni ‘70 del secolo scorso, che abbatté l’ultima parte del tamburo superiore.

Solo in questi ultimi anni sembra che le autorità comunali, d’intesa con quelle provinciali, stiano per varare un progetto per consolidare ciò che di essa rimane, non fosse altro per garantire, durante la stagione estiva, l’incolumità dei numerosi bagnanti, soprattutto bambini, che per curiosità tentano di… “scalare” la torre.