Non toglieteci l’ulivo di Gigi Mangia È il Salento, la terra del sole umido, quello ad avere un paesaggio riconosciuto e una identità forte di antiche radici culturali. Solo il Salento può vivere della gioiosa meraviglia di due azzurri: quello del cielo e quello del mare e avere nell’orizzonte il viaggio nel blu. È la luce bianca quella che segna il tempo del giorno: l’alba color rosa d’oriente ad Otranto e il tramonto rosso del sole a Gallipoli mentre ognuno di noi può immaginare dove il sole va a dormire. Il Salento vive di luce bianca e la luce è il tempo della vita. Il Salento è terra di geografie […]
A volte accade che una favola si trasformi in una splendida realtà L’angelo dimezzato di Anna Teresa Carallo Il piccolo angelo, o meglio ‘quasi angelo’, era appena giunto in Paradiso, ma non era ancora del tutto completo, perché gli mancava un’ala, che avrebbe ricevuto in dono solo dopo aver compiuto il suo addestramento e dimostrato di averla ampiamente meritata. Per tale motivo, seduto su una soffice nuvoletta, attendeva istruzioni dal suo capo. Naturalmente era agitato, come tutti coloro che si apprestano a superare delle prove difficili. Finalmente, dopo una lunga attesa, gli fu affidata una missione molto importante: doveva cercare tra gli uomini quello che avesse un cuore puro e […]
MINO DE SANTIS La voce del Salento di Giuseppe Magnolo Dialetto e identità. Capita spesso nella saggistica di utilizzare il mezzo linguistico per mettere in evidenza, o anche per difendere, una certa idea di identità salentina, che passa attraverso consuetudini, tradizioni culturali, modalità espressive particolari. Si enfatizza l’uso del dialetto esaltandone l’immediatezza, il richiamo alla concretezza, il tono di familiarità che sempre contraddistingue l’approccio di chi si rivolge agli altri senza la freddezza dei paraventi pseudo-linguistici offerti dalla lingua nazionale, che inibiscono un rapporto di spontanea confidenzialità. Questa sensazione di contatto immediato è ciò che dapprima viene in mente ascoltando le canzoni di Mino De Santis, accompagnata dall’idea di essere […]
Lettera a Sharon, l’israelita di Rino DUMA Premessa Questo scritto nasce come risposta all’articolo di una signora israelita, di nome Sharon, pubblicato su un giornale nazionale a grande tiratura, dopo gli orrendi avvenimenti dello scorso anno nella tormentata Palestina, in cui furono uccisi tre giovani studenti ebrei e, in conseguenza dell’immediata rappresaglia israeliana, oltre duemila palestinesi, di cui molti bambini, intrappolati senza scampo nella striscia di Gaza. La durezza e l’irriverenza del linguaggio usato nel descrivere i fatti e nell’osannare la reazione israeliana contro la popolazione inerme, nonché l’arroganza con cui la signora Sharon ha espresso il suo pensiero, mi hanno procurato un profondo turbamento interiore e fatto riflettere a […]
Il cornetto napoletano “U Curniciellu” di Luisa Crescenzi Il corno portafortuna è, senza dubbio, il più diffuso amuleto italiano. Le sue origini sono antichissime e risalgono addirittura ai tempi del Neolitico (3500 A.C.), quando gli abitanti delle capanne usavano apporre fuori dall’uscio un corno come auspicio di fertilità. Specialmente in quei tempi la fertilità veniva associata alla fortuna in quanto, più un popolo era fertile, più era potente e quindi fortunato. In altri tempi i corni venivano usati come doni votivi alla Dea Iside, affinché la Dea Madre assistesse gli animali nel procreare. La mitologia ci informa che Giove donò alla sua nutrice un corno in segno di gratitudine, questo […]
Dobbiamo ringraziare Dio dei miracoli “silenziosi” che ci concede ogni giorno “Il miracolo che non c’è” di Anna Teresa Carallo La piccola baia era delimitata da una bianca ed alta falesia che declinava quasi a strapiombo verso un mare cristallino. Sulla sua sommità una rigogliosa macchia mediterranea dominava il paesaggio e si rifletteva sullo specchio d’acqua sottostante, conferendogli un colore verde smeraldo. La falesia si insinuava nel mare come una lama fendente per oltre cento metri, intorno alla quale era arroccato un paesino di pescatori, lindo e carino, da sembrare un piccolo presepe. Le casette modeste ma graziose erano quasi tutte di color bianco, un po’ come la falesia che […]
Simpatico episodio accaduto a Nardò tanti anni fa La cambiale l’ho già pagata! Il titolo di credito stava per fare una brutta fine, se non fosse intervenuto un avvocato di Emilio Rubino Beh sì, l’avvocato era proprio lo scrivente e la firmataria della cambiale un’anziana ed arzilla signora di Nardò. Il fatto è accaduto un giorno, un mese e un anno tanto lontani del secolo scorso, che non riesco più ad inquadrare. Però il fatto, anzi il fattaccio incriminato, me lo ricordo molto bene, come se fosse accaduto soltanto un anno fa. Ecco l’accaduto. Avevo invitato presso il mio studio legale, per conto di un cliente, una vecchia signora per […]
Modi di dire dialettali di Piero Vinsper Ho sempre sostenuto che il dialetto è la lingua dell’anima: una lingua profonda che esprime preghiere, pene, desideri, allegria, rabbia, nostalgia. Una lingua a volte cupa, ruvida, scarna, a volte concreta, immediata, spontanea. Una lingua nella quale forme, espressioni, atmosfere, suggestioni si mescolano e si confondono, una lingua nella quale si può individuare un’espressione genuina della storia della cultura di un popolo. E i modi di dire rappresentano il senso realistico di una espressione semplice, chiara, colorita, spesso arguta e a volte canzonatoria, che va aldilà di ogni metafora e di ogni traslato o di qualsiasi altra figura retorica. Fare ‘nantu, detto dei […]
Lu police (la pulce) di Cino de Portaluce Viva lu pòlice, lu bellu nzettu! face cutrùmbule susu llu jettu: tra coddhu e nàtiche passeggia, torna, parte, precipita senza sse scorna. Se è straccu, cuàrdalu, trova lu locu cu sse ndurcìfica nu pocu pocu; quandu lu mantice li batte poi, mpizza la spìngula ddha’ ci nun boi. Tu, se te chìddhichi, meni la manu, ma quiddhu subitu scappa luntanu, torna a lla càrica pe scire spissu, senza preambuli llu puntu fissu. Tu, de la stizza, li sensi à’ perzi, ma quiddhu rèprica, cride ca scherzi: la cuda còtula, se mette a rangu fintantu… ppàffiti! rrufa lu sangu. Dicu: Benissimu, è […]
Due cuori uniti per l’eternità Francesco Castromediano Sanseverino Beatrice Acquaviva d’Aragona Un sigillo d’amore che da quasi quattro secoli sfida la morte e il tempo di Giuseppe Pascali Due cuori uniti per l’eternità, sigillo di un amore che da quasi quattro secoli sfida la morte e il tempo. È un posto romantico l’antica chiesa del convento dei Domenicani di Cavallino, il luogo dove trova il suo epilogo la storia d’amore di Beatrice Acquaviva d’Aragona e del marito Francesco Castromediano Sanseverino, primi marchesi di Cavallino. In questo tempio fatto riedificare dalla bella marchesa Beatrice che un tempo fu la chiesa di famiglia dei Castromediano, nel monumento sepolcrale sormontato dalle statue dei […]
L’umanità ha pochissimo tempo a disposizione per salvare la sua stirpe Ad un passo dall’inferno L’uomo non è nato per stare in catene, ma per vivere libero e felice di Rino Duma 1) “Sino a quando la natura si lascerà aggredire dall’uomo?”; 2) “C’è un modo per rimediare a una catastrofe immane che già bussa alla porta?”. La rabbia della natura Per quanto concerne il primo interrogativo, la natura ha già iniziato a ribellarsi alle scriteriate attività umane. La prima reazione proviene dall’atmosfera, la cui consistenza non è più quella di mezzo secolo fa. C’è, infatti, un’enorme presenza di anidride carbonica, prodotta, in primis, dall’industria, dalla circolazione degli automezzi, dal […]
Storia veramente accaduta tanti anni fa a Nardò LA CAPU TI MUERTU La stupidità di certa gente non conosce limiti, così come l’arguzia di tanta altra. di Emilio Rubino Questo aneddoto – trasmesso alcuni anni fa da Radio Nardò Uno, e ora riproposto ai lettori de “Il filo di Aracne” – non è un racconto immaginario partorito dalla fervida fantasia di un buontempone, ma un avvenimento realmente accaduto nelle campagne neritine all’inizio dello scorso secolo. Vi era un giovane contadino, che, sobbarcandosi a enormi sacrifici quotidiani, era riuscito a impiantare un orto nel suo piccolo podere. L’uomo, infatti, dopo aver “scapulatu” da altri fondi, cioè dopo aver compiuto una […]