GENTE DI MARE

GENTE DI MARE

  Operazione G. A. 3 di Salvatore Chiffi Il comandante T.V. Junio Valerio Borghese diede l’ennesima occhiata al grosso orologio della sala manovra poi, finalmente, dopo ore di febbrile attesa, impartì l’ordine secco e perentorio: “Quota periscopio”. Alle ore 20.47 del 18 dicembre 1941 dalle oscure profondità del mare, a poche miglia dal porto di Alessandria d’Egitto, spunta silenzioso il periscopio di un sommergile. È quello del sommergibile italiano Scirè, temutissimo dalle forze nemiche inglesi, che dopo aver controllato accuratamente che le acque davanti al porto fossero sgombre da navi nemiche, rilascia in mare 3 SLC, siluri a lenta corsa denominati comunemente “maiali”: sono il 221, 222 e 223, pilotati […]

I marchesi Castromediano

I marchesi Castromediano

Due cuori uniti per l’eternità Francesco Castromediano Sanseverino Beatrice Acquaviva d’Aragona Un sigillo d’amore che da quasi quattro secoli sfida la morte e il tempo   di Giuseppe Pascali   Due cuori uniti per l’eternità, sigillo di un amore che da quasi quattro secoli sfida la morte e il tempo. È un posto romantico l’antica chiesa del convento dei Domenicani di Cavallino, il luogo dove trova il suo epilogo la storia d’amore di Beatrice Acquaviva d’Aragona e del marito Francesco Castromediano Sanseverino, primi marchesi di Cavallino. In questo tempio fatto riedificare dalla bella marchesa Beatrice che un tempo fu la chiesa di famiglia dei Castromediano, nel monumento sepolcrale sormontato dalle […]

Periodo Ipotetico

Periodo Ipotetico

PERIODO IPOTETICO di Paolo Vincenti   Se anche avessi il gorgoglio della pignatta al fuoco, sarei più poeta di quanto sono, cioè un poeta da niente, un poeta da poco? se avessi il dolce crepitio che fanno i ceppi nel camino, mi sentirei forse partecipe, più umano? e se avessi il fischiettio del muratore al mattino sarei più lirico di quanto sono? se avessi il dindondio delle campane, nella domenica mattina, saprei scrivere una filastrocca paesana? saprei mischiarmi alla festiva buriana? e se avessi il vocio di una piccola piazza, sentirei l’abbraccio dei miei simili,                      come una calda carezza? se avessi il tintinnio di campanelli, nei giorni che precedono il […]

Storia della pasticceria a Galatina (4^ parte)

Storia della pasticceria a Galatina (4^ parte)

Durante i primi anni del secondo dopoguerra, Galatina si trova in una situazione economica molto critica. Anche il settore commerciale e l’artigianato locale sono in sofferenza e tuttavia negli anni ’50, sull’onda di una lenta, ma inesorabile ripresa, fioriscono nuove, importanti attività imprenditoriali. Il 2 maggio del 1950 viene inaugurato il Bar delle Rose, intitolato alla società composta da: Armando Antonaci, Antonio Duma e Luigi (‘Gino’) Balena.[1] Questo modesto bar, edificato sulla villa comunale in piazza Dante Alighieri, è destinato a diventare tra gli anni ’50 e ’70 un luogo d’incontro nevralgico di tutto il Salento. Comprende un laboratorio di pasticceria al piano interrato, destinato a diventare la “fucina” per […]

Seppellire i morti

Seppellire i morti

Seppellire i morti di Tullia Pasquali Coluzzi Il rito della sepoltura ha rivestito una grande importanza fin dai tempi preistorici. Secondo Eliano, poligrafo greco del II-III secolo d.C., Eracle per primo introdusse la pratica pietosa di seppellire i corpi dei nemici prima abbandonati ai cani. Già nella Sacra Scrittura, prima tra le altre opere di misericordia1, come quella di dare cibo agli affamati e vestire gli ignudi, viene ricordata quella di seppellire i morti. Lo testimonia con toni commoventi l’ebreo Tobia che, deportato con la sua gente a Ninive, nel libro della sua storia, continuando l’elencazione delle sue buone azioni, afferma: “… e se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto […]

Storia della pasticceria a Galatina (3^ parte)

Storia della pasticceria a Galatina (3^ parte)

«Tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso», mi disse poco tempo fa un ex fornitore di materie prime alimentari per pasticcerie, originario di Ortelle, «Galatina era considerata la ‘capitale’ della pasticceria salentina». Non si tratta, in realtà, di un’opinione isolata e senz’altro non è nemmeno infondata. All’epoca, infatti, l’arte pasticciera galatinese, oltre ad aver raggiunto un alto livello di qualità e una notevole varietà di prodotti, aveva perfino influenzato la produzione artigianale di Lecce e di diversi paesi della provincia grazie soprattutto al contributo lavorativo e agli insegnamenti di alcuni grandi maestri pasticcieri in verità non tutti originari di Galatina, ma che vi avevano operato per molti anni. […]

Pane e lavoro

Pane e lavoro

Spesso mi sono soffermata a pensare e riflettere su come sarebbe stata la mia vita se non avessi avuto un Lavoro; ma mi soffermo a pensare ancora più spesso e con forte rammarico a chi un Lavoro non lo ha mai avuto, a chi il Lavoro lo ha perso, a chi ha lottato per difenderlo e a chi spesso ha perso la vita per pretenderlo. Non voglio assolutamente tediarvi con analisi politiche e/o economiche di cui siamo quasi tutti esperti grazie ai social e mass media, ma mi sento in dovere di porre alla vostra attenzione un episodio spesso dimenticato o non conosciuto. Mi riferisco a quello accaduto, a guerra […]

Gioacchino Toma

Gioacchino Toma

Gioacchino Toma, indagine a cavallo di due secoli – da Sofia Stevens alla Scuola Salentina – di Massimo GALIOTTA Descrivere la figura di Gioacchino Toma è un compito decisamente complesso e, come spesso avviene in questi casi, non si può farlo scindendo dall’artista l’uomo. Così com’è necessario comprendere la situazione storica in cui Toma si inserisce, è altresì utile capire quale uso fare delle numerose fonti bibliografiche disponibili. A tal proposito è essenziale, ai fini di una migliore analisi dei testi che a esso fanno riferimento, scrollarsi di dosso il pesante fardello del suo autobiografico “Ricordi di un orfano” relegandolo al ruolo primigenio, che lo stesso autore gli conferì, una […]

Soprannomi

Soprannomi

Non molto tempo fa, parlando del più e del meno con una ragazza appena conosciuta, alla sua domanda “Di dove sei?”, ho risposto “Otranto”. “Ah!”, ha ribattuto, “sei una fìgghia te li Turchi!”. Un po’ indispettita, le ho reso pan per focaccia, dicendole: “Piacere di conoscerti, Ciùccia!”. È così, infatti, che sono denominati gli abitanti di Botrugno, piccolo centro di Terra d’Otranto. Credo di averla un po’ sconcertata, ma in fondo ho solo dato a “Cesare quel che è di Cesare”. Ci siamo mai chiesti quando e in quale circostanza sono nati questi epiteti così bizzarri, spesso offensivi ed altre volte comici, che noi salentini ci portiamo dietro da tempo […]